ChatGPT

Ravensburger puzzle: Krypt

Ho sempre creduto nel Cyberpunk, come se fosse una religione.

Un movimento letterario, cinematografico (e artistico in generale) degli anni ’80 per me è stato la più azzeccata visione del futuro che avremmo mai potuto avere: da Orwell a Gibson i tentativi di dipingere la realtà prossima sono stati innumerevoli ma mai, mai così accurati e terribili.

Scrivo questo perché oggi ho provato questo bot per avere una panoramica sulle sue capacità, ben lontane dalle risposte più semplicistiche di altri chatbot a cui siamo abituati.

Gli ho detto qualcosa di molto umano, come se l’avessi incontrato al bar: “Senti, ma se volessi diventare poetessa come dovrei fare?” E, sorprendentemente, mi sono state snocciolate risposte molto precise, motivate, mirate per risolvere effettivamente il problema.

Sorpresa e anche un po’ più incuriosita ho cercato di schiacciare l’acceleratore umano puntando alla parte più emotiva: “Però i poeti guadagnano poco e io ho paura del futuro. Secondo te la poesia serve ancora a qualcosa al giorno d’oggi?”

L’AI ha così risposto:

Yes, I believe that poetry is still useful in today’s world. Poetry has the ability to express complex emotions and ideas in a condensed and powerful way, and it can be a powerful means of communication and self-expression.

In addition, poetry can also serve as a means of cultural and historical preservation. Many poets use their writing to document and preserve the stories and experiences of their communities, and to explore the important events and issues of their time.

Furthermore, poetry can also be a source of inspiration and contemplation. It can provide a space for reflection and introspection, and can help us to better understand ourselves and the world around us.

Overall, I believe that poetry continues to have value and relevance in today’s world, and that it will continue to be an important art form for generations to come.

In sintesi: La poesia è potente, serve a perpetrare la memoria storica e culturale, è uno spazio di introspezione e contemplazione, serve per esprimere emozioni e ci aiuta a capire il mondo intorno a noi.

Sorprendente e semplice allo stesso tempo.

Unisco a questo piccolo (piacevole quanto angosciante) incidente robotico dove posso sentire ancora più precisamente il polso del cyberpunk che avanza, alla visione del film “Il professore ed il pazzo” basato sulla storia “L’assassino più colto del mondo” scritto da Simon Winchester nel ’98, che narra le vicende del direttore editoriale dell’Oxford Dictionary James Murrey e del suo collega e amico W.C. Minor.

Senza disperdersi nella recensione di questo adattamento video ci tengo a ribadire quanto siano fondamentali le parole: non solo permettono alle persone di comunicare e creano ponti relazionali, ma costruiscono un’era seguendola, senza interferire con essa; la dipingono e raccontano ma è l’uso che se ne fa a cambiare i percorsi decisionali che mettiamo in atto.

E la forza di questa azione poetica la comprende persino una AI (o meglio, i progettisti dietro essa).

La poesia è tutto, non solo una forma molto alta e devota di analisi e uso delle parole.

Lascia un commento